domenica 18 dicembre 2011

Lettera aperta al Presidente Monti: crisi economica, crisi climatica e crisi politica

La ripresa passa dalla salvaguardia dell’Ambiente, dallo sviluppo sostenibile, dalla decarbonizzazione e la messa in sicurezza del territorio. Serve un “Green New Deal” ovvero “Una nuova politica di provvedimenti economici dello Stato basata sulla crescita Verde” per il rilancio dell’economia.  

Il consorzio produttivo per l’ambiente e l’energia JPE 2010 in rappresentanza dei Soci imprenditori che operano nella “Crescita Verde” augura un buon lavoro al Presidente del Consiglio Mario Monti, al Ministro per l’Ambiente Corrado Clini, al Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera e a tutta la compagine governativa, fiduciosi che il nuovo Governo dia una svolta positiva attraverso un piano di azione, e un cambio di direzione nelle politiche italiane sull’ambiente a partire da quelle sui cambiamenti climatici che, fino ad oggi, sono state completamente disattese, rispetto agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, di sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Oramai e acclarato. Tutto il Mondo ritiene che il rilancio dell’economia si sviluppa attraverso la sostenibilità ambientale, la decarbonizzazione e la messa in sicurezza del territorio. In Europa paesi come la Germania, Francia e Inghilterra, in questa fase di crisi, stanno puntando e investendo sulla “Crescita Verde” come decisivo driver per la ripresa.  
Mai come in questo momento difficile l'ambientalismo può giocare una carta determinante per il cambiamento. Sbagliare oggi significa perdere una occasione storica. 
Auspichiamo, un piano di azione che sia capace di consolidare le attività eco-innovative già esistenti, aumentando la qualità e il raggio d’azione delle politiche ambientali: un Green New Deal che, tragga impulso da una visione di modernizzazione ambientalista dell’economia e crei al tempo stesso nuova occupazione.
Basandosi sulla definizione di eco-industrie fornita dall’Eurostat e dall’Ocse (di recente pubblicazione), il Green New Deal può essere definito come un piano pubblico di investimenti in attività dirette alla produzione di beni e servizi che siano in grado di misurare, prevenire, limitare, ridurre e correggere i danni ambientali causati all’acqua, all’aria e alla terra così come i problemi legati ai rifiuti e più in generale all’eco-sistema.
Serve una nuova politica, lungimirante, capace cioè di capire che alcuni limiti sono stati già superati, nella mobilità come nel consumo di suolo, nel rischio idrogeologico come nell'inquinamento atmosferico. Prevenzione e tutela del territorio, trasporti, energia. Ecco il piano per un rilancio verde e sostenibile dell'economia, per uscire dalla crisi in un nuovo “clima”.
Lo dice anche il Censis - Centro Studi Investimenti Sociali pagato dallo Stato Italiano e incaricato dai Ministeri - nell’ultimo Rapporto annuale, come la Green Economy (Crescita Verde) rappresenti una delle poche speranze di ripresa dalla crisi economica  che  sta attraversando il nostro paese. Nel rapporto si legge che  “… le stime sul fatturato complessivo della green economy italiana si aggirano già attorno ai 10 miliardi di euro, e decisamente positive sono le previsioni sull’impatto nel mercato del lavoro: fonti diverse stimano un potenziale occupazionale che varia da 100 mila a 1 milione di nuovi addetti, a seconda dei comparti presi in considerazione nella valutazione.”

Per una volta guardiamo alle “best practice”. La Germania resta il riferimento, con il più basso tasso di disoccupazione, il più alto d’occupazione, è il secondo esportatore mondiale dopo la Cina, con 2/3 della crescita trainati dall’export, ed in particolare di tecnologie eco-sostenibili e di innovazioni Verdi (con una quota attuale intorno al 21% dell’intero commercio internazionale), generando più di 2 milioni di posti di lavoro nell’economia Verde, sani e competitivi.
La Germania dispone del budget annuale più grande (17,3 miliardi di Euro) in ambito internazionale sia in termini assoluti sia in rapporto al bilancio pubblico.

Gli incentivi/investimenti: 1) Per la ristrutturazione energetica di vecchie costruzioni dal 2012 al 2014 vengono messi a disposizione 1,5 miliardi. 2) Il programma “Offshore-Windenergie” dell’Istituto di credito per la ricostruzione sostiene con 5 miliardi la costruzione dei primi dieci impianti eolici offshore. 3) Il programma di ricerca energetica per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie energetiche per il futuro nel periodo dal 2011 al 2014 è stato dotato di 3,5 miliardi. Fino al 2014 il Governo Federale vuole investire circa l’80 per cento dei fondi per la ricerca in energie rinnovabili e in efficienza energetica. 4) Il Governo Federale vuole usare un ulteriore miliardo entro la fine della legislatura per lo sviluppo della tecnologia per le auto elettriche. 5) Dal 2012 i ricavi dalla vendita dei certificati di emissione vengono versati interamente nel fondo per l’energia e il clima (Fonte: Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia). 
L’esempio tedesco ci insegna che la chiave del rilancio “verde” passa per una chiara leadership politica, fatta di investimenti mirati e di chiari interventi legislativi volti allo sviluppo del settore. L’Italia avrebbe bisogno anche di capitale politico, molto più difficile da acquisire. 
Infine la Cina, che ha messo la Crescita Verde tra le sue priorità, ed è da credere che, con le sue enormi risorse, ed il supporto Pubblico strategico ed economico, unito alla velocità con la quale cresce, raggiungerà presto gli obiettivi......Leggi tutto




JPE 2010

domenica 27 novembre 2011

600 Milioni di Euro di crediti agevolati al tasso dello 0,50% per le Rinnovabili e l'Efficienza Energetica

600 Milioni di Euro di crediti agevolati al tasso 0,50% per le Rinnovabili. Il programma del neo Ministro Corrado Clini prevede ulteriori incentivi per efficienza made in Italy. L’ho ha annunciato Venerdì 25 Novembre 2011, intervistato da Maurizio Melis a Radio 24 (Il Sole 24Ore). Tra i punti chiave del nuovo Governo che verrà presentato il 5 dicembre, si punta a collegare l'incentivazione allo sviluppo tecnologico, soprattutto di nuove tecnologie, che si traduce nella proposta di forme di incentivazione dell'offerta e non solo della domanda, come detrazioni fiscali per chi fa ricerca e innovazione. "Detrazioni che", come ha dichiarato Clini, "in parte ci sono ma sono poco utilizzate e soprattutto le vorrei orientare di più sul lato dell'offerta per fare in modo che gli effetti degli incentivi, diversamente da come è avvenuto nel caso del fotovoltaico, si fermino in Italia." Ha dichiarato inoltre, che entro la metà dicembre verranno pubblicati i decreti attuativi per il Piano nazionale dell’efficienza energetica.
Oltre alla conferma delle detrazioni del 55% e dei certificati bianchi, il neo Ministro prevede forme di detrazioni fiscali per ricerca e innovazione e crediti agevolati per investimenti in tecnologie.
La proroga strutturale della detrazione del 55% e per la riqualificazione energetica e quella dei certificati bianchi, entrambe in scadenza a fine anno, è ormai cosa certa. Ma l'intenzione è quella di inserire questi meccanismi incentivanti all'interno di un progetto più ampio che inneschi un processo di crescita del mercato interno italiano e che metta le imprese del nostro paese nella condizione di offrire sui mercati internazionali prodotti competitivi.

Il punto chiave più importante per rivitalizzare il comparto è l'erogazione di 600 Milioni di Euro di Crediti agevolati. Far ripartire il paese significa anche riattivare un sistema del credito, che in questi giorni ha subìto una forte battuta d'arresto. Ed è in questo senso che il Ministro ha dichiarato di aver chiuso, dopo una lunga istruttoria, la procedura e firmato l'accordo con la Cassa depositi e Prestiti, che utilizzerà i 600 Milioni di euro del ministero dell'Ambiente per concedere crediti agevolati al tasso dello 0,50% a chi vuole fare investimenti per promuovere efficienza energetica e uso delle rinnovabili attraverso l'impiego di tecnologie innovative. Questa misura, spiega Clini, "è sostenuta da un fondo rotativo [1], perché vogliamo incentivare un sistema che poi si autofinanzi. E sarà destinata soprattutto a piccoli e medi investimenti, perché l'idea è quella di disseminare nel paese soluzioni nuove usabili anche a livello domestico, nei condomini, nei grandi complessi universitari e ospedalieri, nelle attività produttive." "E io spero", sottolinea il ministro, "che sia un driver per sostenere la volontà l'interesse di investitori in italia."
"Vorrei", ha precisato il neo ministro, "che ci fosse il doppio vantaggio di avere una disseminazione di sistemi energetici più efficienti o che utilizzano fonti rinnovabili nel nostro paese, accanto al vantaggio di sostenere e consolidare la capacità di produzione italiana di questi sistemi." Il sistema incentivante per il fotovoltaico, adottato nel 2007, ha premiato sopratutto l'importazione di prodotti e ha generato in Italia, secondo Clini, "una schiera di assemblatori, che rappresentano una attività produttiva importante ma che non sono esattamente quelli che aggiungono ricchezza." Per rilanciare il paese sono, dunque, necessari sforzi che partano, non solo dal decreto legislativo sulle rinnovabili, ma anche dalle misure che il ministro, come rivela, sta preparando per il piano nazionale per l'efficienza energetica...Leggi tutto

JPE 2010

sabato 19 novembre 2011

L’Italia sono anch’io. C’è ancora speranza: lo studio ed il valore della meritocrazia.

Mi Chiamo Sara Mancò. Lo studio mi ha aperto strade impensate, mi ha fatto sognare, mi ha offerto opportunità. Non parlo solo di lavoro e carriera, ma di sentirsi una persona nuova e diversa. Autonomia economica, di pensiero e di vita. Senza lo studio, probabilmente avrei replicato le storie e i modelli che la limitata realtà circostante mi consegnava. Lo studio mi ha messo in crisi, mi ha spinto a cercare, a misurarmi, a non avere paura. Vedere il mondo con occhi nuovi, ecco la sfida per ogni donna che studia. Per me in quanto donna studiare ha significato entrare con chiarezza nel mondo del lavoro: sapevo quale lavoro volevo fare e mi batto tutti i giorni per continuare a svolgerlo. Era metà di marzo del 2010 quando lessi nella bacheca del Politecnico, un annuncio da parte del Consorzio Produttivo Regionale per l’Energia e l’Ambiente JPE 2010 (promosso dall’API e costituito dagli imprenditori per riunire le PMI Piemontesi per produrre, consumare, distribuire energia da Fonti Rinnovabili, nato con l'intento di creare di generare nuova occupazione in un comparto ad alto tasso di crescita), che ricercava una stagista laureanda in Ingegneria gestionale. Non dimenticherò mai quel lunedì 29 marzo quando incontrai il Presidente Fulvio Faletti. Avevo le idee chiare per la tesi di ricerca: le energie rinnovabili e le dinamiche di mercato, per continuare a scrivere la storia industriale della nostra regione, produrre ricchezza in maniera innovativa e reinterpretare la storia con le molteplici nuove possibilità che offrono le nuove tecnologie a salvaguardia dell’ambiente, la scienza e la sua relazione sempre più fitta con il mondo dell’impresa. Dopo pochi giorni entrai nel Consorzio alternando la formazione con la tesi, a luglio del 2010 venni assunta e nel mese di ottobre del 2010 mi laureai. Quel giorno ero felice, il mio primo pensiero è andato a mio padre che mi ha spinto fortemente ad ultimare il percorso intrapreso, ad Antonio e Fulvio i dirigenti del Consorzio JPE 2010 per avermi supportato e dato fiducia. Oggi sono qui, e mi sento parte integrante di questo fantastico team di lavoro. L’occasione mi permette di portare la mia testimonianza sulla capacità dei Piemontesi di costruire impresa con un nuovo orizzonte di valorizzazione verso nuovi ambiti di attività. Vi assicuro che le scelte etiche e responsabili che il Consorzio JPE 2010 si è prefisso di compiere, si sono tradotte nella capacità di coniugare la ricerca del profitto e della redditività con altri driver molto importanti quali la tutela dell’ambiente, il rispetto dell’etica negli affari, la meritocrazia, lo sviluppo del capitale intellettuale nonché il contemperamento delle aspettative legittime degli stakeholder. Lavorare all’interno di un Consorzio per sostenere lo sviluppo e l’innovazione delle PMI piemontesi, mi riempie d’orgoglio, è una delle nostre più grandi ambizioni perché il comparto delle PMI più di ogni altro è in grado di garantire la crescita dell’occupazione e soprattutto di opportunità di lavoro adeguate alla preparazione di noi giovani. Personalmente mi è stato affidato il compito di gestire il progetto di sviluppo delle attività con le imprese associate per la realizzazione di impianti fotovoltaici, a biomassa, per il mini eolico nonché per l’efficienza energetica. L'atmosfera in JPE 2010 è dinamica e stimolante per imparare sempre nuove cose, crescere e fare davvero la differenza. È un luogo in cui si lavora per le persone e si crede nelle persone, che lavora per gli stessi valori, sono entusiasta e orgogliosa di lavorare in questa organizzazione. I progetti in corso sono tutti molto ambiziosi e sono sicura che raggiungeremo ottimi risultati. Per me lo studio e l’impegno sul lavoro, sono stati e saranno un continuo stimolo, una continua sfida, nel senso positivo del termine, una sfida per cercare di colmare lacune, soddisfare curiosità, determinare soluzioni alle più svariate problematiche. Lo studio è stata fonte di grandissima soddisfazione, un ripagare l’impegno riposto da tanti anni. Lo studio mi ha dato la possibilità di approfondire tematiche di mio interesse, consentendomi di analizzare da dentro i problemi. mi ha aperto gli occhi su tantissime cose, ha contribuito alla crescita sia personale che professionale. Mi ha aiutato a migliorare la mia capacità critica e di pensiero. Dunque tanto impegno, ma anche tantissime opportunità. In poche parole: “un investimento per la vita”. Le ragazze italiane dovrebbero sfruttare le conoscenze che riescono ad acquisire proprio per ribellarsi agli stereotipi imposti dalla società e dunque realizzare appieno le proprie aspirazioni e desideri senza paura di essere giudicate o discriminate. Ragazze studiate, soprattutto per voi stesse.
Si ! ci ho creduto fortemente a “costruire in positivo” c’è ancora speranza per noi giovani.

giovedì 17 marzo 2011

Nucleare e Rinnovabili, parla il Premio Nobel per la Fisica Prof. Carlo Rubbia

Dopo il varo delle leggi sul Nucleare e sulle Rinnovabili dei ministri Prestigiacomo e Romani, parla lo Scienziato Premio Nobel per la Fisica Prof. Carlo Rubbia

Il Premio Nobel per la Fisica Prof. Carlo Rubbia (studioso della ricerca Nucleare a fissione) è stato intervistato ieri sera dal Tg3, sull’emergenza nucleare in Giappone. (Vedi video dell’intervista in fondo). 
Sintesi delle considerazioni del Premio Nobel Prof. Carlo Rubbia:

“Ci troviamo di fronte ad una grande sorpresa perché i giapponesi sono stati i migliori tecnologi mondialmente nel campo del nucleare. Hanno costruito un gran numero di centrali in condizioni assolutamente impeccabili. Il fatto che ci troviamo di fronte ad una così grande sorpresa da parte di gente così preparata, ci dice che c’è stato qualche cosa che non ha funzionato. Quindi secondo me oggi dobbiamo fermarci e cercare di riflettere con attenzione”.

”Dobbiamo essere del tutto riconoscenti a quelle persone che oggi stanno combattendo una battaglia terribile e difficilissima che è quella di sopravvivere di fronte ad una situazione così inaspettata e difficile”.

”Non abbiamo ancora una idea molto chiara di quello che sta davanti a noi. In un certo senso dobbiamo renderci conto che si tratta di un rischio considerevole. Nella scala degli incidenti si parla oggi di grado 6 quando Chernobyl era grado 7. Però non sappiamo esattamente quali sono le situazioni e quali sono le condizioni in cui questa gente deve operare”.

Nella centrale nucleare giapponese, ”si parla di - Tree Miles Islands defect -  che è una situazione in cui il combustibile, pure essendo spento, continua a produrre calore e questo calore produce un riscaldamento che diventa incontrollabile. Ora noi sappiamo che quello che si misura è la quantità di radiazione che uno riceve e si misura in Sievert (unità di misura della radioattività). E con 2,5 Sievert vi è una probabilità del 50% di morire. Ora sappiamo che in questi reattori la quantità di radiazione è dell’ordine di 10 miliardi di Sievert, quindi c’è una quantità assolutamente infinita di radiazione contenuta all’interno di questo recipiente. Il problema è quanta di questa radiazione potrà sfuggire al controllo. Quindi c’è un problema di grande incertezza”.

In ragione del dibattito in corso nei principali Paesi dell’Unione Europea, come anche in Italia, il premio Nobel ha sottolineato che ”oggi dovremmo anche considerare che le energie rinnovabili sono anche una alternativa che va utilizzata. “Io credo – ha detto il premio Nobel Prof. Carlo Rubbia – che dovremmo cercare di aprire una strada su più di una possibilità. Certamente non c’è più uranio di quanto c’è carbone e petrolio mentre il solare è qualche cosa che tra l’altro ci appartiene, e che è per sempre. Io credo che nella riflessione dovremmo anche tenere conto del fatto se abbiamo messo abbastanza soldi e supporto anche sulle rinnovabili”.

Note biografiche delle Autorità citate nella news:
Stefania Prestigiacomo (Ministro dell’Ambiente), siracusana, ha 43 anni. È laureata in Scienze della Pubblica Amministrazione. Figlia di un imprenditore, ha cominciato a lavorare da giovanissima nell'azienda di famiglia.

Paolo Romani (Ministro dello sviluppo economico), milanese, ha 64 anni. Diploma di maturità classica, ha operato nella emittenza privata – televisioni.

Carlo Rubbia Premio Nobel della Fisica nel 1984, goriziano, ha 76 anni. E’ Laureato in Fisica all’Università degli studi di Pisa (1957), si è specializzato alla Columbia University. Ha ricevuto 28 Lauree Honoris Causa all’estero dalle Università di: Ginevra, Carnegie Mellon University, Università La Plata, Northwestern University, Chicago University, Loyola University, Boston University, Università di Sofia, Università di Mosca, Università del Cile, Università Politecnica di Madrid, Università Tecnica di Rio de Janeiro, Università di Oxford, Università Cattolica Pontificia del Perù, Università Nazionale di Sant'Antonio Abad di Cuzco, Università di Bordeaux, St John’s University di Roma, Università di Aachen, Università Pontificia di Santiago del Cile, altre Università italiane. È socio onorario nazionale dell'Accademia Nazionale dei Lincei, della Pontificia Accademia delle Scienze, della National Academy of Sciences americana, dell'Accademia Russa delle Scienze, della Royal Society e di numerose altre accademie europee e americane. E’ stato insegnante alla Harvard University, Presidente delle ENEA, Direttore del CERN di Ginevra (Centro Europeo per la ricerca Nucleare), studioso della ricerca Nucleare a fissione. E’ ancora ricercatore al CERN di Ginevra...
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JPE 2010

venerdì 4 marzo 2011

Il decreto del governo sulle rinnovabili ha spento il “SOLE”

E' con ottimismo che il nostro Consorzio (nasceva un anno fa) raccoglieva le istanze degli imprenditori, nella direzione di una concreta politica di sviluppo attenta all’esigenza del territorio, orientata allo sviluppo e all’innovazione di prodotto e di processo e alla salvaguardia dell'Ambiente, per favorire l’occupazione e riducendo la forte dipendenza tecnologica dall’estero, attraverso la creazione di una filiera produttiva nella Green Economy, oramai indiscusso settore industriale trainante delle economie su scala mondiale.

Invece il governo italiano - oramai è chiaro - ha gettato la maschera con un assalto senza precedenti alle fonti rinnovabili. Con il nuovo decreto (3/3/2011) si vuole con un colpo di spugna cancellare lo sviluppo del solare, dell’eolico, delle biomasse. E’ oramai esplicito l’asservimento e il favoreggiamento alle possenti lobby industriali del settore energetico.

Quello che più lascia perplessi è che si rimandano a future disposizioni attuative, il valore degli incentivi e i tetti delle potenze incentivabili. Con questa pseudo norma si crea invece instabilità, non chiarezza ed incertezza agli operatori del settore, alle pubbliche amministrazioni, alle banche.
E’ proprio così, le Banche. Il governo non ha tenuto conto che sospendere il livello degli incentivi del Nuovo Conto Energia (pensate che sono stati definiti solo il 1 gennaio 2011 – 2 mesi fa!!!!) al 31 maggio 2011, senza un periodo di moratoria, comprometterà da subito gli investimenti in corso, determinerà il congelamento istantaneo dei finanziamenti, e di conseguenza bloccherà i cantieri degli impianti in costruzione, infischiandosene degli investimenti delle famiglie e degli imprenditori.

E così - mentre in tutto il Mondo si formano joint-venture miliardarie, per lo sviluppo della Green Economy, e in Usa decidono di raggiungere l’80% di energie da fonti rinnovabili entro il 2035 per lo sviluppo sostenibile dell’ambiente e per la creazione di milioni di posti di lavoro, ma soprattutto rispetto alla politica energetica indicata dall’Unione Europea che si è posta l’obiettivo di almeno il  20% al 2020 di copertura da fonti rinnovabili dei consumi di energia, un obiettivo sostenibile solo con il concorso di tutti i paesi - il nostro governo attraverso una campagna di “informazione” o “disinformazione ragionata”? (giudicate voi) parla di lievitazione di costi spropositati sulle bollette delle famiglie, di bolla speculativa, di distorsione del mercato.
La verità è che il costo degli incentivi al fotovoltaico, incide sulle bollette delle famiglie per la cifra di 7,2 euro l’anno, che equivalgono a 60 centesimi al mese, mentre il costo per tutte le rinnovabili, varrà circa 1,70 euro nel 2011, a fronte di un vantaggio per il Paese nei prossimi trent’anni pari a 34 miliardi di euro e di circa 250.000 mila nuovi posti di lavoro, nonché una riduzione del 5% delle emissioni di CO2.

E invece in Italia, più di 120.000 addetti (solo il settore del fotovoltaico), rischiano la disoccupazione. Di fronte a tale dramma per le famiglie, pretendiamo che il governo ci spieghi perché l'80% del denaro destinato alle rinnovabili sia andato agli impianti per la produzione di fossile, agli impianti tradizionali, agli inceneritori e perché ritiene sopportabile che gli italiani paghino ulteriori 400 milioni di euro l'anno per ripagare i costi per il nucleare (decommissioning – oneri per le vecchie centrali nucleari), perché “i soliti furbetti” hanno goduto negli ultimi 9 anni di “REGALI” per 33 miliardi di euro (fonte GSE), ci spieghi perché non blocca questo vero scandalo!  Che sottrae risorse alle vere fonti rinnovabili e di conseguenza allo sviluppo del Paese.

Pensate che solo il 31 gennaio 2011 la Commissione Europea ha diffuso una raccomandazione con cui spinge i Paesi Europei ad incoraggiare le politiche di sviluppo e promozione della produzione energetica da fonti rinnovabili, scoraggiando esplicitamente normative retroattive, che avrebbero l’effetto di paralizzare gli investimenti e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.


JPE 2010


Informiamo che attualmente è in corso sul web una campagna di informazione sul decreto legislativo sulle rinnovabili che non tiene in alcun conto i pareri espressi dalle Commissioni Parlamentari, è in contrasto con la direttiva europea che fissa per l’Italia un obiettivo del 17% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020; non rispetta i criteri indicati dalla legge delega. Ed è per questo che il comparto si è mobilitato per chiedere al Presidente della Repubblica Napolitano di non firmare il decreto per la violazione degli articoli  della Costituzione: 3, 41, 76, 97. 
Abbiamo raccolto sul web, una lettera (SOS Rinnovabili) e se vuoi fare sentire le tue ragioni in maniera civile, manda e facciamo mandare al Presidente della Repubblica l'appello (di seguito allegato) affinché non firmi il decreto.
Se sei interessato ad inviare al Presidente della Repubblica Napolitano, il testo devi inviarlo con le seguenti modalità:
al Presidente della Repubblica ed alla c.a. del dott.  Salvatore Sechi e del prof. Carlo Guelfi c/o l’ufficio di Presidenza (Piazza del Quirinale 00187 – Roma) oppure via mail a: presidenza.repubblica@Quirinale.it, segreteriasg@quirinale.it, oppure via fax 06 46 99 31 25, Telex  06 62 00 22, esiste inoltre anche  la possibilità di inserire il testo in una casella già predisposta dagli uffici del quirinale : https://servizi.quirinale.it/webmail/missiva.asp

Per scaricare il testo ...Leggi tutto


martedì 1 marzo 2011

Il Governo Italiano "Contro le Energie Rinnovabili" imminente la paralisi del settore

Lo avevamo ipotizzato.
Pubblicammo una notizia il 1 di gennaio 2011 (vedi sezione News) - “Gli attuali incentivi per il fotovoltaico potrebbero finire già nel corso del 2011” è stata una profezia ? NO era già chiaro che - dopo l’audizione del Gse alla X Commissione Senato nell’ambito dell’acquisizione dei pareri relativi allo schema di Decreto Legislativo, approvato lo scorso 30 novembre dal Consiglio dei Ministri, che recepisce la Direttiva 2009/28/CE, dove lo stesso comunicava il probabile raggiungimento degli obiettivi (8.000 MW di impianti fotovoltaici) già entro nell’estate del 2011 - il Governo era “Contro gli incentivi alle rinnovabili ed in particolare contro il fotovoltaico”.

Oggi il pre Consiglio dei Ministri si riunirà, per poi approvare il decreto legislativo giovedì 3 marzo, che recepisce la direttiva Ue 2009/28/CE.
Dalle prime indiscrezioni risulta che l’indirizzo sia quello di cancellare gli incentivi, e nella migliore ipotesi, praticare un drastico taglio.
Lo schema di decreto, che paralizzerà tutto il settore (circa 120.000 addetti, immaginate quante famiglie), è chiaro: 1) tetto massimo di 8.000 MW fino al 2020 (contro i 52.000 MW della Germania); 2) lo stop degli incentivi dopo il 2014; 3) il divieto di installare a terra impianti fotovoltaici al di sopra di 1 MW; 4) la riduzione retroattiva del 30% degli incentivi all'Eolico; 5) meccanismo di aste al ribasso per i nuovi impianti; ecc..

Sembra che il Governo non tenga conto dell’impatto economico – finanziario del settore. Secondo le prime valutazioni, il fatturato 2010 nel settore del Fotovoltaico italiano, si attesterebbe tra un minimo di 30 a un massimo di 40 miliardi di Euro. Stiamo parlando di un PIL che supera il 2% .

Intanto il “Legislatore” dimentica di informarci, che i contributi (Cip 6) che ogni italiano versa sulla componente A3 della bolletta, e nati per le rinnovabili (energia PULITA), sono distribuiti in misura maggiore, agli impianti “assimilati” destinati a: petrolieri, raffinatori e produttori di energia SPORCA, hanno goduto negli ultimi 9 anni di “REGALI” per 33 miliardi di euro (fonte GSE). Stiamo parlando dei soggetti titolari degli impianti CIP6 alimentati dalle cosiddette fonti assimilate, cioè cogenerazione, calore recuperabile dai fumi di scarico e da impianti termici, elettrici o da processi industriali, impianti che usano gli scarti di lavorazione o di processi e che utilizzano fonti fossili, inceneritori. Pare che il nostro Paese abbia perso il senso della vergogna.
Ci viene un dubbio, le Fonti rinnovabili fanno paura ai poteri forti dell’energia italiana e forse anche alle politiche nucleariste ?

Non si spiega perché Il decreto, che dovrebbe recepire la direttiva europea per promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili ai fini  del raggiungimento degli obiettivi al 2020, si sta invece palesando uno strumento sanzionatorio che finirà per bloccare tutto il settore, e che riguarda non solo i grandi impianti, ma anche gli impianti domestici di piccola taglia.

A tal proposito Aper (Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili – www.aper.it), in risposta all’autorità, ha sezionato una bolletta elettrica, ipotizzando che sia pari a 425 Euro, 61 Euro se ne vanno per la fiscalità generale (14,3%); 31 Euro per gli “oneri generali” che vanno pagare il nucleare (decommissioning – oneri per le vecchie centrali nucleari *) o l'energia convenzionale (ad esempio attraverso il Cip 6 alle raffinerie). Il resto, 15 Euro, per sostenere lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Quindi sull’ammontare degli oneri di sistema (94 Euro) solo 16,3% è destinato alle rinnovabili (15 Euro)...leggi tutto

(*) circa 400 milioni di euro l’anno.

JPE 2010

giovedì 3 febbraio 2011

L’Italia è contraria agli obiettivi Ue vincolanti sull’Efficienza Energetica

Domani Venerdì 4 febbraio 2011 a Bruxelles si terrà il Summit Europeo dei capi di Stato dei 27 Paesi membri dell’Unione “Energia, economia e innovazione”, con lo scopo di determinare la politica energetica europea del prossimo decennio, e avrà come argomento principale l’Efficienza Energetica e di riflesso il risparmio energetico, per rendere vincolante l'obiettivo del 20%.
 
Questo argomento dell’efficienza energetica del 20% è uno dei tre obiettivi del pacchetto “20-20-20.
Mentre gli altri due obiettivi sono vincolanti e prevedono un aumento del 20% della produzione di energie rinnovabili, e la diminuzione del 20% dei gas a effetto serra entro il 2020 (rispetto ai livelli del 1990), il target dell’efficienza energetica è l’unico dei tre a non essere vincolante.

Secondo i più recenti studi condotti dalla’UE un aumento del 20% dell’efficienza energetica comporterebbe un risparmio complessivo di 100 miliardi di euro di combustibile (Petrolio e Gas) per l’Europa e di 780 milioni di tonnellate di CO2 per l’atmosfera. Di fronte queste cifre il Governo Tedesco ha dichiarato che l’efficienza energetica “è davvero una priorità”.

In vista del Summit, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi scrive al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, dichiarando che il governo italiano è contrario a rendere vincolante l'obiettivo comunitario di aumentare l'efficienza energetica del 20% entro i prossimi nove anni e che per ora si tratta solo di un target “indicativo”. Prosegue il Premier italiano "Attribuiamo poi estrema rilevanza al dialogo dell'Unione europea con i paesi terzi, da sviluppare sia sul piano bilaterale che nel contesto multilaterale, avendo particolare attenzione per i nostri partner strategici, in primo luogo la Russia".
Già da qualche mese il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, dichiarava la sua insoddisfazione dell’andatura lenta di alcuni Stati dell’unione e denunciava la mancanza se non l’assenza, di politiche nazionali orientate ad investimenti più rilevanti sull’efficienza energetica, anche perché sulla base dell’andamento si potrebbe raggiungere solo la soglia di uno scarso +10%. E’ per questo che è stato convocato il vertice dei capi di Stato del 4 febbraio 2011, ovvero discutere e decidere le politiche energetiche comunitarie e delle misure necessarie straordinarie per promuovere l'efficienza energetica.

Barroso dichiara inoltre ”Lasciatemi dire con franchezza che sono scontento dei progressi che stiamo facendo sull’efficienza energetica. Mentre stiamo facendo grossi passi avanti sul tema della produzione di energia da fonti rinnovabili, tanto che ora è realistico pensare che riusciremo a raggiungere l’obiettivo del 20% nel 2020, non è così per il recupero di Efficienza Energetica che pure è di fatto la nostra miglior fonte di energia”.

Ci auguriamo ciononostante la posizione del Governo italiano, che il summit possa essere una buona occasione per imporre gli standard continentali, senza dover attendere che gli stati membri si vincolino di propria iniziativa...leggi tutto

Jpe 2010

martedì 18 gennaio 2011

Mld di Euro dilapidati dall'Italia sul fronte delle energie pulite

Oltre al debito che l’Italia ha accumulato nel biennio 2008-9 di 1,5 milioni € al giorno (17 € al secondo) sul ritardo degli obiettivi di Kyoto,

oltre allo scandalo del Cip6 (Nasce durante il governo Andreotti, ed il legislatore introduce nel provvedimento una parolina magica …. sono incentivate anche le fonti “ASSIMILATE“ ovvero impianti che usano gli scarti di lavorazione o di processi e che utilizzano “COMBUSTILI FOSSILI – IDROCARBURI, RIFIUTI ORGANICI” un accordo con i petrolieri per trasformare un costo, lo smaltimento dei residui di raffineria, in un introito; nonché i termovalorizzatori, con il risultato che petrolieri, raffinatori e produttori di energia sporca hanno beneficiato in questi ultimi 9 anni di sussidi pari a circa 33 miliardi di euro),

l'Italia rischia di dilapidare altri 2,2 miliardi nell'ambito dell’Emission Trading Scheme europeo (EU-ETS).
(Il mercato delle emissioni è uno strumento amministrativo utilizzato per controllare le emissioni di inquinanti e gas serra a livello internazionale attraverso la quotazione monetaria delle emissioni stesse ed il commercio delle quote di emissione tra stati diversi).
Tutto a causa dell'eccessiva generosità del Governo Italiano verso alcune grandi imprese del nostro paese. Questo è quanto emerge dal rapporto della ONG Sandbag sul sistema ETS in Italia.
Sono 2,2 Miliardi di Euro per l'acquisto di crediti esteri di anidride carbonica che vengono sottratti alla decarbonizzazione dell'economia nazionale necessaria all'obiettivo 2020. Tutto per favorire le solite grandi aziende. Lo dice Sandbag, ONG Inglese estremamente attiva nel controllare il mercato delle emissioni, il suo report denuncia quello che non va nella gestione italiana dell'Emission Trading Scheme europeo (EU-ETS)... continua e leggi tutto

sabato 8 gennaio 2011

Il Wwf boccia l’Italia in ambiente

Quello ambientale, secondo il Wwf, si chiude con un brutto segno negativo per il nostro Paese. Ma il peggio, per l'associazione ambientalista, non è tanto il risultato del 2010 quanto la mancanza di prospettive per il 2011 e per gli anni futuri. Più che una bocciatura è una vera e propria stroncatura delle politiche nazionali in materia di sviluppo sostenibile.

E’ quanto contenuto nel rapporto 2010 pubblicato oggi dal Wwf. Nel mirino dell’associazione ambientalista finiscono la cattiva gestione amministrativa, i tagli al ministero dell’Ambiente, la scelta di tornare al nucleare, i ritardi nell’attuazione degli obiettivi di riduzione dei gas serra, nonché la grave crisi in cui versano i parchi italiani e, in generale, il territorio nazionale, minacciato dallo sviluppo urbano incontrollato da un lato e, dall’altro, dalla mancanza di efficaci politiche di tutela...... continua e leggi tutto

JPE 2010