martedì 1 marzo 2011

Il Governo Italiano "Contro le Energie Rinnovabili" imminente la paralisi del settore

Lo avevamo ipotizzato.
Pubblicammo una notizia il 1 di gennaio 2011 (vedi sezione News) - “Gli attuali incentivi per il fotovoltaico potrebbero finire già nel corso del 2011” è stata una profezia ? NO era già chiaro che - dopo l’audizione del Gse alla X Commissione Senato nell’ambito dell’acquisizione dei pareri relativi allo schema di Decreto Legislativo, approvato lo scorso 30 novembre dal Consiglio dei Ministri, che recepisce la Direttiva 2009/28/CE, dove lo stesso comunicava il probabile raggiungimento degli obiettivi (8.000 MW di impianti fotovoltaici) già entro nell’estate del 2011 - il Governo era “Contro gli incentivi alle rinnovabili ed in particolare contro il fotovoltaico”.

Oggi il pre Consiglio dei Ministri si riunirà, per poi approvare il decreto legislativo giovedì 3 marzo, che recepisce la direttiva Ue 2009/28/CE.
Dalle prime indiscrezioni risulta che l’indirizzo sia quello di cancellare gli incentivi, e nella migliore ipotesi, praticare un drastico taglio.
Lo schema di decreto, che paralizzerà tutto il settore (circa 120.000 addetti, immaginate quante famiglie), è chiaro: 1) tetto massimo di 8.000 MW fino al 2020 (contro i 52.000 MW della Germania); 2) lo stop degli incentivi dopo il 2014; 3) il divieto di installare a terra impianti fotovoltaici al di sopra di 1 MW; 4) la riduzione retroattiva del 30% degli incentivi all'Eolico; 5) meccanismo di aste al ribasso per i nuovi impianti; ecc..

Sembra che il Governo non tenga conto dell’impatto economico – finanziario del settore. Secondo le prime valutazioni, il fatturato 2010 nel settore del Fotovoltaico italiano, si attesterebbe tra un minimo di 30 a un massimo di 40 miliardi di Euro. Stiamo parlando di un PIL che supera il 2% .

Intanto il “Legislatore” dimentica di informarci, che i contributi (Cip 6) che ogni italiano versa sulla componente A3 della bolletta, e nati per le rinnovabili (energia PULITA), sono distribuiti in misura maggiore, agli impianti “assimilati” destinati a: petrolieri, raffinatori e produttori di energia SPORCA, hanno goduto negli ultimi 9 anni di “REGALI” per 33 miliardi di euro (fonte GSE). Stiamo parlando dei soggetti titolari degli impianti CIP6 alimentati dalle cosiddette fonti assimilate, cioè cogenerazione, calore recuperabile dai fumi di scarico e da impianti termici, elettrici o da processi industriali, impianti che usano gli scarti di lavorazione o di processi e che utilizzano fonti fossili, inceneritori. Pare che il nostro Paese abbia perso il senso della vergogna.
Ci viene un dubbio, le Fonti rinnovabili fanno paura ai poteri forti dell’energia italiana e forse anche alle politiche nucleariste ?

Non si spiega perché Il decreto, che dovrebbe recepire la direttiva europea per promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili ai fini  del raggiungimento degli obiettivi al 2020, si sta invece palesando uno strumento sanzionatorio che finirà per bloccare tutto il settore, e che riguarda non solo i grandi impianti, ma anche gli impianti domestici di piccola taglia.

A tal proposito Aper (Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili – www.aper.it), in risposta all’autorità, ha sezionato una bolletta elettrica, ipotizzando che sia pari a 425 Euro, 61 Euro se ne vanno per la fiscalità generale (14,3%); 31 Euro per gli “oneri generali” che vanno pagare il nucleare (decommissioning – oneri per le vecchie centrali nucleari *) o l'energia convenzionale (ad esempio attraverso il Cip 6 alle raffinerie). Il resto, 15 Euro, per sostenere lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Quindi sull’ammontare degli oneri di sistema (94 Euro) solo 16,3% è destinato alle rinnovabili (15 Euro)...leggi tutto

(*) circa 400 milioni di euro l’anno.

JPE 2010

Nessun commento:

Posta un commento