domenica 18 dicembre 2011

Lettera aperta al Presidente Monti: crisi economica, crisi climatica e crisi politica

La ripresa passa dalla salvaguardia dell’Ambiente, dallo sviluppo sostenibile, dalla decarbonizzazione e la messa in sicurezza del territorio. Serve un “Green New Deal” ovvero “Una nuova politica di provvedimenti economici dello Stato basata sulla crescita Verde” per il rilancio dell’economia.  

Il consorzio produttivo per l’ambiente e l’energia JPE 2010 in rappresentanza dei Soci imprenditori che operano nella “Crescita Verde” augura un buon lavoro al Presidente del Consiglio Mario Monti, al Ministro per l’Ambiente Corrado Clini, al Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera e a tutta la compagine governativa, fiduciosi che il nuovo Governo dia una svolta positiva attraverso un piano di azione, e un cambio di direzione nelle politiche italiane sull’ambiente a partire da quelle sui cambiamenti climatici che, fino ad oggi, sono state completamente disattese, rispetto agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, di sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Oramai e acclarato. Tutto il Mondo ritiene che il rilancio dell’economia si sviluppa attraverso la sostenibilità ambientale, la decarbonizzazione e la messa in sicurezza del territorio. In Europa paesi come la Germania, Francia e Inghilterra, in questa fase di crisi, stanno puntando e investendo sulla “Crescita Verde” come decisivo driver per la ripresa.  
Mai come in questo momento difficile l'ambientalismo può giocare una carta determinante per il cambiamento. Sbagliare oggi significa perdere una occasione storica. 
Auspichiamo, un piano di azione che sia capace di consolidare le attività eco-innovative già esistenti, aumentando la qualità e il raggio d’azione delle politiche ambientali: un Green New Deal che, tragga impulso da una visione di modernizzazione ambientalista dell’economia e crei al tempo stesso nuova occupazione.
Basandosi sulla definizione di eco-industrie fornita dall’Eurostat e dall’Ocse (di recente pubblicazione), il Green New Deal può essere definito come un piano pubblico di investimenti in attività dirette alla produzione di beni e servizi che siano in grado di misurare, prevenire, limitare, ridurre e correggere i danni ambientali causati all’acqua, all’aria e alla terra così come i problemi legati ai rifiuti e più in generale all’eco-sistema.
Serve una nuova politica, lungimirante, capace cioè di capire che alcuni limiti sono stati già superati, nella mobilità come nel consumo di suolo, nel rischio idrogeologico come nell'inquinamento atmosferico. Prevenzione e tutela del territorio, trasporti, energia. Ecco il piano per un rilancio verde e sostenibile dell'economia, per uscire dalla crisi in un nuovo “clima”.
Lo dice anche il Censis - Centro Studi Investimenti Sociali pagato dallo Stato Italiano e incaricato dai Ministeri - nell’ultimo Rapporto annuale, come la Green Economy (Crescita Verde) rappresenti una delle poche speranze di ripresa dalla crisi economica  che  sta attraversando il nostro paese. Nel rapporto si legge che  “… le stime sul fatturato complessivo della green economy italiana si aggirano già attorno ai 10 miliardi di euro, e decisamente positive sono le previsioni sull’impatto nel mercato del lavoro: fonti diverse stimano un potenziale occupazionale che varia da 100 mila a 1 milione di nuovi addetti, a seconda dei comparti presi in considerazione nella valutazione.”

Per una volta guardiamo alle “best practice”. La Germania resta il riferimento, con il più basso tasso di disoccupazione, il più alto d’occupazione, è il secondo esportatore mondiale dopo la Cina, con 2/3 della crescita trainati dall’export, ed in particolare di tecnologie eco-sostenibili e di innovazioni Verdi (con una quota attuale intorno al 21% dell’intero commercio internazionale), generando più di 2 milioni di posti di lavoro nell’economia Verde, sani e competitivi.
La Germania dispone del budget annuale più grande (17,3 miliardi di Euro) in ambito internazionale sia in termini assoluti sia in rapporto al bilancio pubblico.

Gli incentivi/investimenti: 1) Per la ristrutturazione energetica di vecchie costruzioni dal 2012 al 2014 vengono messi a disposizione 1,5 miliardi. 2) Il programma “Offshore-Windenergie” dell’Istituto di credito per la ricostruzione sostiene con 5 miliardi la costruzione dei primi dieci impianti eolici offshore. 3) Il programma di ricerca energetica per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie energetiche per il futuro nel periodo dal 2011 al 2014 è stato dotato di 3,5 miliardi. Fino al 2014 il Governo Federale vuole investire circa l’80 per cento dei fondi per la ricerca in energie rinnovabili e in efficienza energetica. 4) Il Governo Federale vuole usare un ulteriore miliardo entro la fine della legislatura per lo sviluppo della tecnologia per le auto elettriche. 5) Dal 2012 i ricavi dalla vendita dei certificati di emissione vengono versati interamente nel fondo per l’energia e il clima (Fonte: Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia). 
L’esempio tedesco ci insegna che la chiave del rilancio “verde” passa per una chiara leadership politica, fatta di investimenti mirati e di chiari interventi legislativi volti allo sviluppo del settore. L’Italia avrebbe bisogno anche di capitale politico, molto più difficile da acquisire. 
Infine la Cina, che ha messo la Crescita Verde tra le sue priorità, ed è da credere che, con le sue enormi risorse, ed il supporto Pubblico strategico ed economico, unito alla velocità con la quale cresce, raggiungerà presto gli obiettivi......Leggi tutto




JPE 2010