giovedì 17 marzo 2011

Nucleare e Rinnovabili, parla il Premio Nobel per la Fisica Prof. Carlo Rubbia

Dopo il varo delle leggi sul Nucleare e sulle Rinnovabili dei ministri Prestigiacomo e Romani, parla lo Scienziato Premio Nobel per la Fisica Prof. Carlo Rubbia

Il Premio Nobel per la Fisica Prof. Carlo Rubbia (studioso della ricerca Nucleare a fissione) è stato intervistato ieri sera dal Tg3, sull’emergenza nucleare in Giappone. (Vedi video dell’intervista in fondo). 
Sintesi delle considerazioni del Premio Nobel Prof. Carlo Rubbia:

“Ci troviamo di fronte ad una grande sorpresa perché i giapponesi sono stati i migliori tecnologi mondialmente nel campo del nucleare. Hanno costruito un gran numero di centrali in condizioni assolutamente impeccabili. Il fatto che ci troviamo di fronte ad una così grande sorpresa da parte di gente così preparata, ci dice che c’è stato qualche cosa che non ha funzionato. Quindi secondo me oggi dobbiamo fermarci e cercare di riflettere con attenzione”.

”Dobbiamo essere del tutto riconoscenti a quelle persone che oggi stanno combattendo una battaglia terribile e difficilissima che è quella di sopravvivere di fronte ad una situazione così inaspettata e difficile”.

”Non abbiamo ancora una idea molto chiara di quello che sta davanti a noi. In un certo senso dobbiamo renderci conto che si tratta di un rischio considerevole. Nella scala degli incidenti si parla oggi di grado 6 quando Chernobyl era grado 7. Però non sappiamo esattamente quali sono le situazioni e quali sono le condizioni in cui questa gente deve operare”.

Nella centrale nucleare giapponese, ”si parla di - Tree Miles Islands defect -  che è una situazione in cui il combustibile, pure essendo spento, continua a produrre calore e questo calore produce un riscaldamento che diventa incontrollabile. Ora noi sappiamo che quello che si misura è la quantità di radiazione che uno riceve e si misura in Sievert (unità di misura della radioattività). E con 2,5 Sievert vi è una probabilità del 50% di morire. Ora sappiamo che in questi reattori la quantità di radiazione è dell’ordine di 10 miliardi di Sievert, quindi c’è una quantità assolutamente infinita di radiazione contenuta all’interno di questo recipiente. Il problema è quanta di questa radiazione potrà sfuggire al controllo. Quindi c’è un problema di grande incertezza”.

In ragione del dibattito in corso nei principali Paesi dell’Unione Europea, come anche in Italia, il premio Nobel ha sottolineato che ”oggi dovremmo anche considerare che le energie rinnovabili sono anche una alternativa che va utilizzata. “Io credo – ha detto il premio Nobel Prof. Carlo Rubbia – che dovremmo cercare di aprire una strada su più di una possibilità. Certamente non c’è più uranio di quanto c’è carbone e petrolio mentre il solare è qualche cosa che tra l’altro ci appartiene, e che è per sempre. Io credo che nella riflessione dovremmo anche tenere conto del fatto se abbiamo messo abbastanza soldi e supporto anche sulle rinnovabili”.

Note biografiche delle Autorità citate nella news:
Stefania Prestigiacomo (Ministro dell’Ambiente), siracusana, ha 43 anni. È laureata in Scienze della Pubblica Amministrazione. Figlia di un imprenditore, ha cominciato a lavorare da giovanissima nell'azienda di famiglia.

Paolo Romani (Ministro dello sviluppo economico), milanese, ha 64 anni. Diploma di maturità classica, ha operato nella emittenza privata – televisioni.

Carlo Rubbia Premio Nobel della Fisica nel 1984, goriziano, ha 76 anni. E’ Laureato in Fisica all’Università degli studi di Pisa (1957), si è specializzato alla Columbia University. Ha ricevuto 28 Lauree Honoris Causa all’estero dalle Università di: Ginevra, Carnegie Mellon University, Università La Plata, Northwestern University, Chicago University, Loyola University, Boston University, Università di Sofia, Università di Mosca, Università del Cile, Università Politecnica di Madrid, Università Tecnica di Rio de Janeiro, Università di Oxford, Università Cattolica Pontificia del Perù, Università Nazionale di Sant'Antonio Abad di Cuzco, Università di Bordeaux, St John’s University di Roma, Università di Aachen, Università Pontificia di Santiago del Cile, altre Università italiane. È socio onorario nazionale dell'Accademia Nazionale dei Lincei, della Pontificia Accademia delle Scienze, della National Academy of Sciences americana, dell'Accademia Russa delle Scienze, della Royal Society e di numerose altre accademie europee e americane. E’ stato insegnante alla Harvard University, Presidente delle ENEA, Direttore del CERN di Ginevra (Centro Europeo per la ricerca Nucleare), studioso della ricerca Nucleare a fissione. E’ ancora ricercatore al CERN di Ginevra...
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JPE 2010

venerdì 4 marzo 2011

Il decreto del governo sulle rinnovabili ha spento il “SOLE”

E' con ottimismo che il nostro Consorzio (nasceva un anno fa) raccoglieva le istanze degli imprenditori, nella direzione di una concreta politica di sviluppo attenta all’esigenza del territorio, orientata allo sviluppo e all’innovazione di prodotto e di processo e alla salvaguardia dell'Ambiente, per favorire l’occupazione e riducendo la forte dipendenza tecnologica dall’estero, attraverso la creazione di una filiera produttiva nella Green Economy, oramai indiscusso settore industriale trainante delle economie su scala mondiale.

Invece il governo italiano - oramai è chiaro - ha gettato la maschera con un assalto senza precedenti alle fonti rinnovabili. Con il nuovo decreto (3/3/2011) si vuole con un colpo di spugna cancellare lo sviluppo del solare, dell’eolico, delle biomasse. E’ oramai esplicito l’asservimento e il favoreggiamento alle possenti lobby industriali del settore energetico.

Quello che più lascia perplessi è che si rimandano a future disposizioni attuative, il valore degli incentivi e i tetti delle potenze incentivabili. Con questa pseudo norma si crea invece instabilità, non chiarezza ed incertezza agli operatori del settore, alle pubbliche amministrazioni, alle banche.
E’ proprio così, le Banche. Il governo non ha tenuto conto che sospendere il livello degli incentivi del Nuovo Conto Energia (pensate che sono stati definiti solo il 1 gennaio 2011 – 2 mesi fa!!!!) al 31 maggio 2011, senza un periodo di moratoria, comprometterà da subito gli investimenti in corso, determinerà il congelamento istantaneo dei finanziamenti, e di conseguenza bloccherà i cantieri degli impianti in costruzione, infischiandosene degli investimenti delle famiglie e degli imprenditori.

E così - mentre in tutto il Mondo si formano joint-venture miliardarie, per lo sviluppo della Green Economy, e in Usa decidono di raggiungere l’80% di energie da fonti rinnovabili entro il 2035 per lo sviluppo sostenibile dell’ambiente e per la creazione di milioni di posti di lavoro, ma soprattutto rispetto alla politica energetica indicata dall’Unione Europea che si è posta l’obiettivo di almeno il  20% al 2020 di copertura da fonti rinnovabili dei consumi di energia, un obiettivo sostenibile solo con il concorso di tutti i paesi - il nostro governo attraverso una campagna di “informazione” o “disinformazione ragionata”? (giudicate voi) parla di lievitazione di costi spropositati sulle bollette delle famiglie, di bolla speculativa, di distorsione del mercato.
La verità è che il costo degli incentivi al fotovoltaico, incide sulle bollette delle famiglie per la cifra di 7,2 euro l’anno, che equivalgono a 60 centesimi al mese, mentre il costo per tutte le rinnovabili, varrà circa 1,70 euro nel 2011, a fronte di un vantaggio per il Paese nei prossimi trent’anni pari a 34 miliardi di euro e di circa 250.000 mila nuovi posti di lavoro, nonché una riduzione del 5% delle emissioni di CO2.

E invece in Italia, più di 120.000 addetti (solo il settore del fotovoltaico), rischiano la disoccupazione. Di fronte a tale dramma per le famiglie, pretendiamo che il governo ci spieghi perché l'80% del denaro destinato alle rinnovabili sia andato agli impianti per la produzione di fossile, agli impianti tradizionali, agli inceneritori e perché ritiene sopportabile che gli italiani paghino ulteriori 400 milioni di euro l'anno per ripagare i costi per il nucleare (decommissioning – oneri per le vecchie centrali nucleari), perché “i soliti furbetti” hanno goduto negli ultimi 9 anni di “REGALI” per 33 miliardi di euro (fonte GSE), ci spieghi perché non blocca questo vero scandalo!  Che sottrae risorse alle vere fonti rinnovabili e di conseguenza allo sviluppo del Paese.

Pensate che solo il 31 gennaio 2011 la Commissione Europea ha diffuso una raccomandazione con cui spinge i Paesi Europei ad incoraggiare le politiche di sviluppo e promozione della produzione energetica da fonti rinnovabili, scoraggiando esplicitamente normative retroattive, che avrebbero l’effetto di paralizzare gli investimenti e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.


JPE 2010


Informiamo che attualmente è in corso sul web una campagna di informazione sul decreto legislativo sulle rinnovabili che non tiene in alcun conto i pareri espressi dalle Commissioni Parlamentari, è in contrasto con la direttiva europea che fissa per l’Italia un obiettivo del 17% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020; non rispetta i criteri indicati dalla legge delega. Ed è per questo che il comparto si è mobilitato per chiedere al Presidente della Repubblica Napolitano di non firmare il decreto per la violazione degli articoli  della Costituzione: 3, 41, 76, 97. 
Abbiamo raccolto sul web, una lettera (SOS Rinnovabili) e se vuoi fare sentire le tue ragioni in maniera civile, manda e facciamo mandare al Presidente della Repubblica l'appello (di seguito allegato) affinché non firmi il decreto.
Se sei interessato ad inviare al Presidente della Repubblica Napolitano, il testo devi inviarlo con le seguenti modalità:
al Presidente della Repubblica ed alla c.a. del dott.  Salvatore Sechi e del prof. Carlo Guelfi c/o l’ufficio di Presidenza (Piazza del Quirinale 00187 – Roma) oppure via mail a: presidenza.repubblica@Quirinale.it, segreteriasg@quirinale.it, oppure via fax 06 46 99 31 25, Telex  06 62 00 22, esiste inoltre anche  la possibilità di inserire il testo in una casella già predisposta dagli uffici del quirinale : https://servizi.quirinale.it/webmail/missiva.asp

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martedì 1 marzo 2011

Il Governo Italiano "Contro le Energie Rinnovabili" imminente la paralisi del settore

Lo avevamo ipotizzato.
Pubblicammo una notizia il 1 di gennaio 2011 (vedi sezione News) - “Gli attuali incentivi per il fotovoltaico potrebbero finire già nel corso del 2011” è stata una profezia ? NO era già chiaro che - dopo l’audizione del Gse alla X Commissione Senato nell’ambito dell’acquisizione dei pareri relativi allo schema di Decreto Legislativo, approvato lo scorso 30 novembre dal Consiglio dei Ministri, che recepisce la Direttiva 2009/28/CE, dove lo stesso comunicava il probabile raggiungimento degli obiettivi (8.000 MW di impianti fotovoltaici) già entro nell’estate del 2011 - il Governo era “Contro gli incentivi alle rinnovabili ed in particolare contro il fotovoltaico”.

Oggi il pre Consiglio dei Ministri si riunirà, per poi approvare il decreto legislativo giovedì 3 marzo, che recepisce la direttiva Ue 2009/28/CE.
Dalle prime indiscrezioni risulta che l’indirizzo sia quello di cancellare gli incentivi, e nella migliore ipotesi, praticare un drastico taglio.
Lo schema di decreto, che paralizzerà tutto il settore (circa 120.000 addetti, immaginate quante famiglie), è chiaro: 1) tetto massimo di 8.000 MW fino al 2020 (contro i 52.000 MW della Germania); 2) lo stop degli incentivi dopo il 2014; 3) il divieto di installare a terra impianti fotovoltaici al di sopra di 1 MW; 4) la riduzione retroattiva del 30% degli incentivi all'Eolico; 5) meccanismo di aste al ribasso per i nuovi impianti; ecc..

Sembra che il Governo non tenga conto dell’impatto economico – finanziario del settore. Secondo le prime valutazioni, il fatturato 2010 nel settore del Fotovoltaico italiano, si attesterebbe tra un minimo di 30 a un massimo di 40 miliardi di Euro. Stiamo parlando di un PIL che supera il 2% .

Intanto il “Legislatore” dimentica di informarci, che i contributi (Cip 6) che ogni italiano versa sulla componente A3 della bolletta, e nati per le rinnovabili (energia PULITA), sono distribuiti in misura maggiore, agli impianti “assimilati” destinati a: petrolieri, raffinatori e produttori di energia SPORCA, hanno goduto negli ultimi 9 anni di “REGALI” per 33 miliardi di euro (fonte GSE). Stiamo parlando dei soggetti titolari degli impianti CIP6 alimentati dalle cosiddette fonti assimilate, cioè cogenerazione, calore recuperabile dai fumi di scarico e da impianti termici, elettrici o da processi industriali, impianti che usano gli scarti di lavorazione o di processi e che utilizzano fonti fossili, inceneritori. Pare che il nostro Paese abbia perso il senso della vergogna.
Ci viene un dubbio, le Fonti rinnovabili fanno paura ai poteri forti dell’energia italiana e forse anche alle politiche nucleariste ?

Non si spiega perché Il decreto, che dovrebbe recepire la direttiva europea per promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili ai fini  del raggiungimento degli obiettivi al 2020, si sta invece palesando uno strumento sanzionatorio che finirà per bloccare tutto il settore, e che riguarda non solo i grandi impianti, ma anche gli impianti domestici di piccola taglia.

A tal proposito Aper (Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili – www.aper.it), in risposta all’autorità, ha sezionato una bolletta elettrica, ipotizzando che sia pari a 425 Euro, 61 Euro se ne vanno per la fiscalità generale (14,3%); 31 Euro per gli “oneri generali” che vanno pagare il nucleare (decommissioning – oneri per le vecchie centrali nucleari *) o l'energia convenzionale (ad esempio attraverso il Cip 6 alle raffinerie). Il resto, 15 Euro, per sostenere lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Quindi sull’ammontare degli oneri di sistema (94 Euro) solo 16,3% è destinato alle rinnovabili (15 Euro)...leggi tutto

(*) circa 400 milioni di euro l’anno.

JPE 2010