venerdì 4 marzo 2011

Il decreto del governo sulle rinnovabili ha spento il “SOLE”

E' con ottimismo che il nostro Consorzio (nasceva un anno fa) raccoglieva le istanze degli imprenditori, nella direzione di una concreta politica di sviluppo attenta all’esigenza del territorio, orientata allo sviluppo e all’innovazione di prodotto e di processo e alla salvaguardia dell'Ambiente, per favorire l’occupazione e riducendo la forte dipendenza tecnologica dall’estero, attraverso la creazione di una filiera produttiva nella Green Economy, oramai indiscusso settore industriale trainante delle economie su scala mondiale.

Invece il governo italiano - oramai è chiaro - ha gettato la maschera con un assalto senza precedenti alle fonti rinnovabili. Con il nuovo decreto (3/3/2011) si vuole con un colpo di spugna cancellare lo sviluppo del solare, dell’eolico, delle biomasse. E’ oramai esplicito l’asservimento e il favoreggiamento alle possenti lobby industriali del settore energetico.

Quello che più lascia perplessi è che si rimandano a future disposizioni attuative, il valore degli incentivi e i tetti delle potenze incentivabili. Con questa pseudo norma si crea invece instabilità, non chiarezza ed incertezza agli operatori del settore, alle pubbliche amministrazioni, alle banche.
E’ proprio così, le Banche. Il governo non ha tenuto conto che sospendere il livello degli incentivi del Nuovo Conto Energia (pensate che sono stati definiti solo il 1 gennaio 2011 – 2 mesi fa!!!!) al 31 maggio 2011, senza un periodo di moratoria, comprometterà da subito gli investimenti in corso, determinerà il congelamento istantaneo dei finanziamenti, e di conseguenza bloccherà i cantieri degli impianti in costruzione, infischiandosene degli investimenti delle famiglie e degli imprenditori.

E così - mentre in tutto il Mondo si formano joint-venture miliardarie, per lo sviluppo della Green Economy, e in Usa decidono di raggiungere l’80% di energie da fonti rinnovabili entro il 2035 per lo sviluppo sostenibile dell’ambiente e per la creazione di milioni di posti di lavoro, ma soprattutto rispetto alla politica energetica indicata dall’Unione Europea che si è posta l’obiettivo di almeno il  20% al 2020 di copertura da fonti rinnovabili dei consumi di energia, un obiettivo sostenibile solo con il concorso di tutti i paesi - il nostro governo attraverso una campagna di “informazione” o “disinformazione ragionata”? (giudicate voi) parla di lievitazione di costi spropositati sulle bollette delle famiglie, di bolla speculativa, di distorsione del mercato.
La verità è che il costo degli incentivi al fotovoltaico, incide sulle bollette delle famiglie per la cifra di 7,2 euro l’anno, che equivalgono a 60 centesimi al mese, mentre il costo per tutte le rinnovabili, varrà circa 1,70 euro nel 2011, a fronte di un vantaggio per il Paese nei prossimi trent’anni pari a 34 miliardi di euro e di circa 250.000 mila nuovi posti di lavoro, nonché una riduzione del 5% delle emissioni di CO2.

E invece in Italia, più di 120.000 addetti (solo il settore del fotovoltaico), rischiano la disoccupazione. Di fronte a tale dramma per le famiglie, pretendiamo che il governo ci spieghi perché l'80% del denaro destinato alle rinnovabili sia andato agli impianti per la produzione di fossile, agli impianti tradizionali, agli inceneritori e perché ritiene sopportabile che gli italiani paghino ulteriori 400 milioni di euro l'anno per ripagare i costi per il nucleare (decommissioning – oneri per le vecchie centrali nucleari), perché “i soliti furbetti” hanno goduto negli ultimi 9 anni di “REGALI” per 33 miliardi di euro (fonte GSE), ci spieghi perché non blocca questo vero scandalo!  Che sottrae risorse alle vere fonti rinnovabili e di conseguenza allo sviluppo del Paese.

Pensate che solo il 31 gennaio 2011 la Commissione Europea ha diffuso una raccomandazione con cui spinge i Paesi Europei ad incoraggiare le politiche di sviluppo e promozione della produzione energetica da fonti rinnovabili, scoraggiando esplicitamente normative retroattive, che avrebbero l’effetto di paralizzare gli investimenti e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.


JPE 2010


Informiamo che attualmente è in corso sul web una campagna di informazione sul decreto legislativo sulle rinnovabili che non tiene in alcun conto i pareri espressi dalle Commissioni Parlamentari, è in contrasto con la direttiva europea che fissa per l’Italia un obiettivo del 17% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020; non rispetta i criteri indicati dalla legge delega. Ed è per questo che il comparto si è mobilitato per chiedere al Presidente della Repubblica Napolitano di non firmare il decreto per la violazione degli articoli  della Costituzione: 3, 41, 76, 97. 
Abbiamo raccolto sul web, una lettera (SOS Rinnovabili) e se vuoi fare sentire le tue ragioni in maniera civile, manda e facciamo mandare al Presidente della Repubblica l'appello (di seguito allegato) affinché non firmi il decreto.
Se sei interessato ad inviare al Presidente della Repubblica Napolitano, il testo devi inviarlo con le seguenti modalità:
al Presidente della Repubblica ed alla c.a. del dott.  Salvatore Sechi e del prof. Carlo Guelfi c/o l’ufficio di Presidenza (Piazza del Quirinale 00187 – Roma) oppure via mail a: presidenza.repubblica@Quirinale.it, segreteriasg@quirinale.it, oppure via fax 06 46 99 31 25, Telex  06 62 00 22, esiste inoltre anche  la possibilità di inserire il testo in una casella già predisposta dagli uffici del quirinale : https://servizi.quirinale.it/webmail/missiva.asp

Per scaricare il testo ...Leggi tutto


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